Gli incidenti di Roma
Gesto grave parole inappropriate

Le nostre forze dell’ordine si trovano regolarmente sottoposte a situazioni molto delicate, come è loro dovere. Non è detto però che si possa sempre riuscire ad affrontare tali situazioni con il sufficiente autocontrollo. Abbiamo visto negli anni condotte esemplari, come quella dell’agente rimasto imperturbabile alle provocazioni di un No Tav, e altre molto meno edificanti. L’agente che ha calpestato una donna a terra negli scontri di sabato scorso a Roma, iscrive la sua azione purtroppo in queste ultime. Che il capo della Polizia, il prefetto Alessandro Pansa, lo abbia definito come “un cretino”, non ci sembra rispettoso dell’agente in questione e preoccupa per le funzioni di ordine pubblico che vengono svolte. Perché se all’ interno dei ranghi della Polizia, c’è “un cretino”, capita dappertutto, questo non lo si manda a misurarsi con una folla inferocita, dove servono, invece, gli agenti migliori. C’è stato un comportamento grave e sbagliato da parte dell’agente, durante una giornata di tensioni eccezionali, in cui le forze dell’ordine hanno saputo svolgere un lavoro comunque egregio. Se qualcuno perde la testa, questo va redarguito e punito, senza bisogno di mortificarlo anche pubblicamente. Perché se fosse stato davvero “un cretino” chi si è comportato in quella maniera oltraggiosa, costui andrebbe sospeso dal servizio, insieme a chi ha comandato gli agenti che pure hanno saputo fronteggiare la piazza. Ad un gesto grave e redarguibile, sono seguite purtroppo, parole inappropriate, anche perché lasciano il sospetto di una sottovalutazione di fondo dei problemi di chi si ritrova in prima linea, a rischiare di suo, per difendere tutta la comunità.

Roma, 15 aprile 2014